sabato 2 novembre 2019

Accettare noi stessi e gli altri

google.com, pub-2773189264133379, DIRECT, f08c47fec0942fa0

imparare a riconoscere ciò che ci accade e che ci fa soffrire, senza cercare di cambiarlo a tutti i costi è importante per andare avanti e vivere con serenità la vita.


Ci sono 3 passi fondamentali    

ACCETTARE LA realtà


Non devi cercare di fare in modo che le cose vadano come vuoi,
ma accettare le cose come vanno: così sarai sereno.

– Epitteto –

Accettare non significa rassegnarsi, ma considerare una situazione da un’altra prospettiva.
Ad esempio, Se siamo tristi non possiamo cambiare l’evento che ci ha rattristati ma non dobbiamo neanche rassegnarci ad essere tristi.
Quello che dobbiamo fare è cambiare la nostra reazione a quell’evento e cercare di fare qualcosa che ci faccia stare bene.
Quindi usciamo e stiamo in compagnia di qualcuno che ci faccia ridere.

Bisogna capire che possiamo scegliere quel che ci succede, che lo scegliamo noi


ACCETTARE NOI STESSI
Che io possa avere la forza di cambiare le cose che posso cambiare,
che io possa avere la pazienza di accettare le cose che non posso cambiare,
che io possa avere soprattutto l’intelligenza di saperle distinguere.
(
Tommaso Moro)

Ovviamente non è facile, Se lo fosse non esisterebbero disagi psicologici, problemi di coppia, dipendenze da cibo, gioco d'azzardo, alcol, droga e altri comportamenti compulsivi.
bisogna provare ad Accettare se stessi per sentirsi bene. 

Le nostre insicurezze possono nascere da diversi motivi

Critiche nell'infanzia.
Le critiche costruttive possono aiutare a migliorarci ma non le critiche distruttive.
Ad esempio essere stati criticati per quello che eravamo.
queste emozioni vissute nell'infanzia vengono interiorizzate e portate con sè nell'età adulta.

Devo essere perfetto/a.
Il bisogno di dover essere perfetti può derivare da pretese genitoriali, di dover raggiungere l'eccellenza e risultati sempre maggiori per sentire di
andare bene. Un genitore che si sente insoddisfatto per i risultati raggiunti nella sua vita può pretendere inconsciamente dai figli che essi raggiungano ciò che loro non hanno potuto o saputo raggiungere. E, a sua volta, il genitore ha molto probabilmente vissuto lo stesso tipo di emozioni con i suoi genitori, che a sua volta hanno molto probabilmente vissuto emozioni simili con i propri genitori e così via.
Inoltre, quando da bambini si sentono tensioni e un clima di disaccordo e litigi, il pensiero magico infantile può far auto convincere che se si riuscirà ad essere migliori questo risolverà i disagi famigliari. Ma nonostante tutti i propri sforzi questo non avviene perché i disagi dei propri genitori derivano a loro volta da problemi emotivi che hanno portato con sè nella coppia. Tuttavia in questa situazione quello che sente il bambino è che deve cercare di fare di più nella speranza che questo serva a far vivere emozioni positive nel contesto famigliare.

Vergogna tossica.
La vergogna tossica è il sentimento di sentirsi difettosi nel profondo, di non andare bene così come si è. E' una delle emozioni più devastanti. La vergogna deriva appunto dalle critiche interiorizzate su se stessi e su quello che si è e nel sentire che non si è fatto abbastanza, che bisogna fare sempre di più per andare bene. E questo porta a vivere sensazioni costanti interiori di stress perché non importa quanto si fa o si riesce a raggiungere, ogni risultato non darà un genuino sentimento permanente di felicità e di soddisfazione.

Paura di sbagliare.
E' facile capire che le critiche distruttive, il bisogno di essere perfetti e la vergogna tossica che si instaura di conseguenza, portano la persona ad avere paura di sbagliare. Sbagliare significa infatti non essere perfetti e richiama automaticamente dei vissuti emotivi nei quali si è stati criticati e si sono vissute emozioni negative per tali errori.

Cosa fare.
la prima cosa da fare è prendere consapevolezza dell'importanza di accettare se stessi.
Uno degli errori più comuni è la negazione
Con la negazione ci auto-costringiamo a convincerci di riuscire a non provare il dolore interiore che questa situazione ci porta. per superare questa forma di trauma, bisogna riuscire ad accettare che questo fatto è accaduto, ammetterlo, non negarlo. Per raggiungere un equilibrio spirituale, cioè stare bene con sé stessi, bisogna accettarsi per quel che si è, accettare come siamo fatti, difetti e pregi, soprattutto i difetti. Non bisogna però pensare di stravolgere il nostro "IO", perché migliorarsi non vuol dire non accettarsi, vuol dire semplicemente comprendere come siamo fatti e accettarsi, fisicamente, mentalmente, interiormente, spiritualmente ecc......Dopo l'accettazione personale, c'è un'altro tipo di accettazione, quella verso gli altri. 


Accettare gli altri 

Ogni cosa che ci irrita del comportamento altrui ci porta ad una maggior comprensione di noi stessi.
C.G. Jung

Siete in grado di accettare gli altri per quello che sono? Oppure vi capita di provare rabbia, rancore, gelosia o altri sentimenti verso chi non si comporta come vorreste?
Avere a che fare con persone che la pensano diversamente da noi è una cosa che ci arricchisce.
La cosa brutta è che spesso queste differenze, se non gestite nel modo corretto, possono portare a conflitti irrisolvibili, a situazioni di stress e a delusioni.
Nei rapporti di coppia, ad esempio, ci facciamo un’idea di come dev’essere la nostra metà, come deve comportarsi secondo i nostri standard, sperando che lo faccia. Ovviamente questo non avviene, quindi ogni volta che abbiamo aspettative esagerate sorgeranno problemi.
Non possiamo incolpare gli altri di non essere come noi vorremmo. Noi non vediamo e non accettiamo gli altri per quello che sono, ma li vediamo attraverso il filtro delle nostre aspettative, dei nostri timori, delle nostre speranze, delle quali, in genere, essi non sanno assolutamente nulla; li sovraccarichiamo del peso enorme delle nostre proiezioni mentali e poi, quando essi ci “deludono” perché non rispettano i nostri schemi, ci arrabbiamo con loro, ne rimaniamo offesi e disgustati, li espelliamo rudemente e li cancelliamo dalla nostra vita.
È un fatto che la nostra attenzione è selettiva: vediamo solo le cose che ci interessano
Il senso di una relazione, qualunque essa sia (amore, amicizia, famiglia…) è stare bene insieme, arricchirsi a vicenda e non cambiare l’altro. Bisogna valutare se il comportamento che non piace dell’altra persona è scorretto oppure se noi agiremmo diversamente. Se non si riesce a percepire questa differenza si finirà per disprezzare l’atteggiamento e il comportamento degli altri, finendo per accumulare rabbia e poi esplodere. La cosa più giusta da fare è discutere con l’altra persona, dire ciò che ci da fastidio, spiegare qual è il nostro problema e come ci fa sentire.


Nessun commento:

Posta un commento