imparare
a riconoscere ciò che ci accade e che ci fa soffrire, senza cercare di
cambiarlo a tutti i costi è importante per andare avanti e vivere con serenità
la vita.
Ci
sono 3 passi fondamentali
Non
devi cercare di fare in modo che le cose vadano come vuoi,
ma
accettare le cose come vanno: così sarai sereno.
– Epitteto –
Accettare non significa
rassegnarsi,
ma considerare una situazione da un’altra prospettiva.
Ad
esempio, Se siamo tristi non possiamo cambiare l’evento che ci ha rattristati
ma non dobbiamo neanche rassegnarci ad essere tristi.
Quello
che dobbiamo fare è cambiare la nostra reazione a quell’evento e cercare di
fare qualcosa che ci faccia stare bene.
Quindi
usciamo e stiamo in compagnia di qualcuno che ci faccia ridere.
Bisogna capire che possiamo
scegliere quel che ci succede, che lo scegliamo noi
ACCETTARE NOI
STESSI
Che
io possa avere la forza di cambiare le cose che posso cambiare,
che io possa avere la pazienza di accettare le cose che non posso cambiare,
che io possa avere soprattutto l’intelligenza di saperle distinguere.
(Tommaso Moro)
che io possa avere la pazienza di accettare le cose che non posso cambiare,
che io possa avere soprattutto l’intelligenza di saperle distinguere.
(Tommaso Moro)
Ovviamente non è facile, Se lo fosse non esisterebbero
disagi psicologici, problemi di coppia, dipendenze da cibo, gioco d'azzardo,
alcol, droga e altri comportamenti compulsivi.
bisogna provare ad Accettare se stessi per sentirsi
bene.
Le nostre insicurezze possono nascere da diversi
motivi
Critiche nell'infanzia.
Le critiche
costruttive possono aiutare a migliorarci ma
non le critiche distruttive.
Ad esempio essere stati criticati per quello che
eravamo.
queste emozioni vissute nell'infanzia vengono interiorizzate e portate con sè nell'età
adulta.
Devo essere perfetto/a.
Il bisogno di dover essere perfetti può derivare da pretese genitoriali, di dover raggiungere l'eccellenza e risultati sempre maggiori per sentire
di
andare bene. Un genitore che si sente insoddisfatto per i risultati raggiunti nella sua vita può pretendere inconsciamente dai figli che essi raggiungano
ciò che loro non hanno potuto o saputo raggiungere. E, a sua volta, il genitore
ha molto probabilmente vissuto lo stesso tipo di emozioni con i suoi genitori,
che a sua volta hanno molto probabilmente vissuto emozioni simili con i propri
genitori e così via.
Inoltre, quando da bambini si sentono tensioni e un clima di disaccordo e litigi, il pensiero magico infantile può far auto convincere che se si riuscirà ad essere migliori questo risolverà i disagi
famigliari.
Ma nonostante tutti i propri sforzi questo non avviene perché i disagi dei propri genitori derivano a loro volta da problemi
emotivi che hanno portato con sè nella coppia. Tuttavia in questa situazione
quello che sente il bambino è che deve cercare di fare di più nella speranza che questo serva a far vivere emozioni positive nel contesto famigliare.
Vergogna tossica.
La vergogna
tossica è il sentimento di sentirsi difettosi nel profondo, di non andare bene così come si è. E' una delle emozioni più devastanti. La vergogna deriva
appunto dalle critiche interiorizzate su se stessi e su quello che si è e nel sentire che non si è fatto abbastanza, che bisogna fare sempre di più per andare bene. E questo porta a vivere sensazioni costanti interiori di stress perché non importa quanto si fa o si riesce a raggiungere, ogni risultato
non darà un genuino sentimento permanente di felicità e di soddisfazione.
Paura di sbagliare.
E' facile capire che le critiche distruttive, il
bisogno di essere perfetti e la vergogna tossica che si instaura di
conseguenza, portano la persona ad avere paura di sbagliare. Sbagliare significa infatti non essere perfetti e richiama automaticamente dei
vissuti emotivi nei quali si è stati criticati e si sono vissute
emozioni negative per tali errori.
Cosa fare.
la prima cosa da fare è prendere consapevolezza dell'importanza di accettare se stessi.
Uno degli errori più comuni è la negazione
Con la negazione ci
auto-costringiamo a convincerci di riuscire a non provare il dolore interiore
che questa situazione ci porta. per superare questa forma di trauma, bisogna
riuscire ad accettare che questo fatto è accaduto, ammetterlo, non negarlo. Per
raggiungere un equilibrio spirituale, cioè stare bene con sé stessi, bisogna
accettarsi per quel che si è, accettare come siamo fatti, difetti e pregi,
soprattutto i difetti. Non bisogna però pensare di stravolgere il nostro
"IO", perché migliorarsi non vuol dire non accettarsi, vuol dire
semplicemente comprendere come siamo fatti e accettarsi, fisicamente,
mentalmente, interiormente, spiritualmente ecc......Dopo l'accettazione personale, c'è un'altro tipo di accettazione,
quella verso gli altri.
Accettare gli altri
Ogni
cosa che ci irrita del comportamento altrui ci porta ad una maggior comprensione
di noi stessi.
C.G. Jung
Siete in grado
di accettare gli altri per quello che sono? Oppure vi capita di provare rabbia,
rancore, gelosia o altri sentimenti verso chi non si comporta come vorreste?
Avere a che fare con persone che la pensano diversamente da noi è una cosa
che ci arricchisce.
La cosa brutta è che spesso queste differenze, se non gestite nel modo
corretto, possono portare a conflitti irrisolvibili, a situazioni di stress e a
delusioni.
Nei rapporti di coppia, ad esempio, ci facciamo un’idea di come dev’essere la
nostra metà, come deve comportarsi secondo i nostri standard, sperando che lo
faccia. Ovviamente questo non avviene, quindi ogni volta che abbiamo
aspettative esagerate sorgeranno problemi.
Non possiamo incolpare gli altri di non essere come noi vorremmo. Noi non vediamo e non accettiamo gli altri per
quello che sono, ma li vediamo attraverso il filtro delle nostre aspettative,
dei nostri timori, delle nostre speranze, delle quali, in genere, essi non
sanno assolutamente nulla; li sovraccarichiamo del peso enorme delle nostre
proiezioni mentali e poi, quando essi ci “deludono” perché non rispettano i
nostri schemi, ci arrabbiamo con loro, ne rimaniamo offesi e disgustati, li
espelliamo rudemente e li cancelliamo dalla nostra vita.
È un fatto che la nostra attenzione
è selettiva: vediamo solo le cose che ci interessano
Il senso di una relazione, qualunque essa sia (amore, amicizia, famiglia…)
è stare bene insieme, arricchirsi a vicenda e non cambiare l’altro. Bisogna valutare
se il comportamento che non piace dell’altra persona è scorretto oppure se noi
agiremmo diversamente. Se non si riesce a percepire questa differenza si finirà
per disprezzare l’atteggiamento e il comportamento degli altri, finendo per
accumulare rabbia e poi esplodere. La cosa più giusta da fare è discutere con l’altra
persona, dire ciò che ci da fastidio, spiegare qual è il nostro problema e come
ci fa sentire.